Oggi, in occasione della Giornata della Fedeltà celebrata dai Gruppi di Preghiera di Padre Pio, vogliamo ripercorrere il momento della vestizione religiosa del Santo, preceduto dal ricordo del suo ingresso in noviziato (6 gennaio 1903).
Il brano è un estratto del testo biografico Padre Pio da Pietrelcina di Luigi Peroni

La mattina del 6 gennaio 1903, festa dell’Epifania, Francesco, di ritorno dalla Messa, trova in casa, ad attenderlo, la mamma e alcune donne del vicinato. Al momento di congedarsi, Francesco s’inginocchia e chiede alla buona mamma Giuseppe la benedizione, lei gli prende le mani e, facendosi forza per trattenere le lacrime, gli dice: «Figlio mio… mi sento squarcià ‘u core…, ma San Francesco ti chiama e devi andare». Però le forze non la sorreggono e sviene. Riavutasi, riassume la sua fisionomia di donna forte, benedice il figlio, gli dona una corona, lo abbraccia e si congeda da lui dicendo: «Figlio mio, in questo momento non pensare al dolore di tua madre. Devi partire e vai». […]

L’abbandono è completo, ma nel cuore del giovane Francesco s’imprime indelebilmente il ricordo di questi luoghi a lui tanto cari.

Morcone è un convento austero, chiuso in una zona ricca di piante e vegetazione, separata dall’abitato e allietata dallo scrosciare di abbondanti acque: esprime tutta la severità della vita monastica, protetta dal silenzio e distaccata dal mondo per meglio meditare sulla nullità dell’uomo e sulla bontà infinita di Dio. Austero il convento, più austera la vita. Una cameretta piccola, bianca, con lo stretto necessario; un lettino di tavole con un materasso di foglie di granturco; un tavolino, una sedia, un catino con la brocca d’acqua; finestra sul chiostro; silenzio, studio, meditazione, obbedienza, coro, penitenza; porta sempre aperta alle visite non preannunciate del maestro dei novizi; riposo notturno nel ruvido saio; risveglio a mezzanotte per la recita in coro, a piedi scalzi, del Mattutino e delle Lodi.

Prima della «vestizione» i ragazzi conservano i propri abiti borghesi per circa mezzo mese. In questo periodo si vanno man mano ambientando alla nuova vita, ne apprendono gli usi e si abituano alle relazioni con i confratelli e i superiori. Ad essi viene lasciata anche un po’ di libertà perché conoscano la casa in cui dovranno fare il loro tirocinio.

Finalmente arriva il giorno della vestizione: 22 gennaio 1903. Attorno all’altare della chiesina del convento stanno i giovani novizi e, ad assistere alla solenne cerimonia, tutta la comunità, compresi i novizi anziani. Nel silenzio pro-fondo, si odono soltanto le parole gravi del cerimoniale, ripetute dal Maestro dei Novizi per ognuno dei giovani ammessi ai «panni di probazione». Allorché ciascuno depone i panni secolari, la voce ripete: «Ti spogli il Signore dell’uomo vecchio…»; e quando indossa la tonaca: «Ti rivesta il Signore dell’uomo nuovo». Ed ecco il solenne momento dell’imposizione del «capperone», stola e cappuccio, distintivo del noviziato, che dovrà essere indossato per un anno e un giorno: «Poni, Signore, il cappuccio della salvezza… per sconfiggere le insidie del demonio». Poi il cingolo: «Ti cinga il Signore del cingolo della purezza; …rimanga in te la virtù della continenza e della castità». Infine la candela accesa: «…Sorgi dai morti e t’illuminerà Cristo». Dopo le invocazioni allo Spirito Santo, ai novizi viene imposto il nome. Francesco, da questo momento, è fra Pio; da questo momento egli entra «in religione, per dedicarsi al servizio del Celeste Monarca» e per «esporsi alla lotta con quel misterioso uomo d’inferno con il quale aveva sostenuto la battaglia nella visione precedentemente avuta».

Negli archivi del noviziato è conservato l’attestato di vestizione, nel quale si legge: «Morcone 22 gennaio 1903. Il chierico fra Pio da Pietrelcina, che al secolo chiamavasi Forgione Francesco… con l’obbedienza del molto reverendo padre Pio da Benevento… e dietro il decreto del reverendissimo padre generale del 21 gennaio 1903, fu vestito dei panni di probazione da me fra Tommaso da Monte S. Angelo, maestro dei novizi, in questo giorno 22 gennaio 1903, alle ore 9 antimeridiane, in questa nostra chiesa di Morcone avanti all’altare maggiore, presenti i religiosi professi ed i novizi».