In un silenzioso Santuario di Santa Maria delle Grazie, Padre Franco Moscone ha presieduto la Santa Messa seguita da “La festa della Carità” dedicata alla nostra Casa e ai Gruppi di Preghiera

Il 64° compleanno della Casa Sollievo della Sofferenza sarà ricordato negli anni come il giorno di silenzio e ringraziamento. Per la prima volta, dal 1956, l’anniversario dell’ospedale di San Pio è stato celebrato in un Santuario vuoto e silente. Non i fedeli, non gli operatori della Casa erano lì fisicamente a pregare e ringraziare il Signore e Padre Pio per questo grande dono fatto all’umanità.

Padre Franco Moscone, che ha presieduto l’Eucarestia vespertina, ha accostato il Vangelo del giorno (Gv 10, 22-30) al difficile periodo che stiamo attraversando: «Giovanni scrive “ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione” e anche per noi quest’oggi è festa di dedicazione, è festa di fondazione dell’Opera di Padre Pio, della Casa Sollievo della Sofferenza, espressione di carità, e dei Gruppi di Preghiera, espressione di fede e speranza. Il Vangelo dice anche “era inverno” e anche noi oggi viviamo in un inverno esistenziale e sociale: è l’inverno di questa pandemia del coronavirus».

È stato deposto nella terra un seme che il Signore scalderà con i suoi raggi d’amore, disse Padre Pio nel suo discorso inaugurale il 5 maggio 1956. Quel seme deposto, riscaldato dal Signore, è oggi un grande albero della cui ombra beneficiano i tanti ammalati che quotidianamente giungono a San Giovanni Rotondo da ogni parte d’Italia e del mondo; ne beneficiano gli operatori che di esso se ne prendono cura; ne beneficiano i Gruppi di Preghiera e i tanti devoti di San Pio che per esso pregano. Ma è anche l’albero che in queste settimane è stato messo a dura prova da un’epidemia giunta improvvisamente e che ha colpito tutti noi nel fisico e nello spirito: «forse celebrare questa fondazione oggi, nell’inverno della pandemia e nel vuoto del nostro tempio – ha aggiunto l’arcivescovo nella sua omelia – significa ritornare a quel seme con fede e carità, significa voler riseminare quanto, 64 anni fa, Padre Pio aveva indicato e ci aveva lasciato: bisogna puntare ad una nuova rinascita ad un’originale ripresa che Dio già conosce e che Padre Pio dall’alto osserva e benedice».

Casa Sollievo della Sofferenza, chiamata dal nostro Direttore Generale ad esser sempre più “modello eccelso di carità ospedaliera e clinica secondo il cuore di Dio”, nel 1966 venne affidata da San Pio stesso ai Gruppi di Preghiera ai quali chiese di prendersene cura con la preghiera e le azioni caritative e al tempo stesso di riconoscerla come loro casa comune. Proprio per questo motivo è stato scelto il 5 maggio come data simbolo che segna la nostra nascita «perché l’opera di Padre Pio è una sola anche se respira a doppio polmone – ha ripreso Padre Franco – da una parte vi è la forza della fede espressa dai Gruppi di Preghiera dall’altra la solidità, la robustezza della Carità espressa dai gesti professionali di cura e di servizio verso gli ammalati, i deboli e i bisognosi».

La Festa della Carità

«Questo 5 maggio 2020 sarà ricordato come la Festa di fondazione e di ringraziamento» è stato poi affermato da Michele Giuliani, direttore generale della Casa Sollievo, nel corso della trasmissione televisiva “Festa della Carità” curata da Padre Luciano Lotti, segretario generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, e andata in onda su Padre Pio Tv in seguito alla Celebrazione eucaristica presieduta da Padre Franco Moscone.

Nel breve video girato nell’atrio dell’ingresso monumentale del nostro ospedale, centro Covid dal 17 marzo, il dottor Giuliani ha tenuto a ringraziare di cuore tutti gli operatori che in questi mesi di grande emergenza non hanno mai fatto mancare la loro professionalità e dedizione nonostante le difficoltà. Un ricordo è stato rivolto anche ai Gruppi di Preghiera, alle associazioni, alle istituzioni e ai privati che con le loro generose azioni caritatevoli hanno fatto sentire la loro vicinanza all’ospedale di San Pio «questo 5 maggio è una vera e propria festa del ringraziamento per chi aiuta, ha aiutato e aiuterà ancora questa Casa con gesti di amore e solidarietà» ha concluso Giuliani.

Sempre nel corso della trasmissione di Padre Lotti, è giunto anche un nuovo saluto del nostro Arcivescovo che ha invitato ancora una volta i Gruppi di Preghiera a pregare per la loro Casa ricordando le loro origini legate strettamente agli anni del secondo conflitto mondiale, quando Padre Pio accolse e trasmise ai suoi figli spirituali l’invito di Papa Pio XII a pregare per la pace e «anche questa epidemia è mancanza di pace e tocca a noi trovare un modo per vincere questa battaglia – ha affermato Padre Franco – ognuno combatte questa pandemia secondo le proprie competenze e abilità, noi lo facciamo pregando. Offriamo il nostro piccolo contributo per essere solidali con il mondo intero».

I saluti di Michele Giuliani e Padre Franco Moscone andati in onda
nel corso della trasmissione “La Festa della carità”