La proposta di un tema unico per i Convegni dei Gruppi di Preghiera

di Padre Luciano Lotti

Come tutti sappiamo nell’ottobre del 2018 avrà luogo il Sinodo dei Vescovi che avrà come tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Il Sinodo è uno dei momenti più alti della vita ecclesiale, non solo perché vi partecipano rappresentanze dei vescovi e dei laici di tutto il mondo, ma anche perché nella sua fase preparatoria tende a coinvolgere il maggior numero di credenti nella preghiera comune, nella riflessione, e in scelte pastorali che, in prospettiva, siano in sintonia con quello che sarà il percorso sinodale. La grande novità di quest’anno è che è a disposizione online un questionario attraverso il quale gli adolescenti e i giovani possono esprimere la propria opinione sulle questioni riguardanti il Sinodo e contribuire così alla riflessione su un percorso che li riguarda in prima persona.

Invitiamo i Gruppi di Preghiera di Padre Pio a pregare per questo particolare evento della Chiesa, e ci auguriamo che i nostri componenti più giovani contribuiscano anche loro con le proprie riflessioni rispondendo al questionario e spingendo anche i loro coetanei a partecipare.

Sarebbe molto interessante se anche nei convegni nazionali, regionali e diocesani si facesse una riflessione in proposito. Per questo motivo, proponiamo qui un tema unico per i nostri convegni in modo da essere in sintonia con il percorso della Chiesa. Il tema è questo: «Al Dio che allieta la mia giovinezza».

«Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat juventutem meam». Tutti conosciamo questa espressione che si diceva all’inizio della Messa tridentina e che è stata ripetuta da Padre Pio tutte le volte che anche lui, con profonda umiltà e venerazione, si accostava all’altare.

L’espressione viene proposta come tema per il 2018 nella sua seconda parte, quella che era la risposta dei ministranti al sacerdote, per collegare l’anno dedicato ai giovani al ministero della Santa Messa che fu di Padre Pio. Ciascuno potrà declinarla come crede e utilizzarla nel modo migliore nei nostri incontri ed in particolare nei convegni nazionali, regionali e diocesani.

Vi propongo qui alcune suggestioni che possono aiutare nella lettura e nella riflessione su questo tema.

Al Dio che allieta la mia giovinezza è un complemento di moto, correlato alla prima parte di questa espressione: salirò all’altare di Dio. Suggerisce la logica che sottostà all’incontro con Dio, salire, andare verso di lui. Indica la fatica dell’andare, ma anche il distacco da una mentalità mediocre, il desiderio di pensieri più puri, più santi, più gratificanti per la nostra esistenza. Inteso in questo senso si può usare, ad esempio, come tema di un’adorazione o di una lectio, per approfondire il desiderio di incontrare Dio nella pienezza, anche se con il sacrificio dell’andare, dello staccarsi, del salire verso di Lui.

Al Dio che allieta la mia giovinezza può però essere letto anche come complemento di termine: salire ha come obiettivo e meta l’incontro con Dio. È una lettura vocazionale che particolarmente si lega con la storia umana e spirituale di Padre Pio. In realtà, però, si può anche utilizzare per chi è ancora in un momento di discernimento non solo vocazionale, ma anche sul senso della fede e della propria vita. In questo senso diventa un utile interrogativo: Dio è il fine, la gioia della mia giovinezza?

Dio come gioia può essere anche il rimando al salmo 43(42) versetto 4 che è alla base di questa espressione: Verrò all’altare di Dio, al Dio della mia gioia, del mio giubilo. A te canterò con la cetra, Dio, Dio mio. Le espressioni di Padre Pio che rimandano alla gioia dell’incontro con Dio sono tantissime e potrebbero suonare contraddittorie con tante interpretazioni della gioia nella nostra cultura e perfino tra i cristiani. Dio, anzi, viene visto spesso come ostacolo alla gioia, come colui che seguiamo in un percorso pieno di rinunce e restrizioni. La domanda nasce spontanea: quale gioia io cerco quando mi incontro con Dio?

L’altare di Dio è – infine – l’immagine che più ci avvicina a Padre Pio, vittima e sacerdote che partecipa all’offerta vittimale di Cristo. Nello stesso tempo l’altare evoca la gioia della Pasqua e della redenzione; ecco allora il senso dell’altare di Dio come espressione della giovinezza perenne che noi acquistiamo attraverso il Battesimo e viviamo in ogni Eucarestia, nell’attesa della sua venuta.