Il cinema riserva sempre grandi insegnamenti. Vi presentiamo qui due attualità cinematografiche a cura di Suor Palma Lionetti che racchiudono messaggi forti….e d’amore.

Amarsi da grandi…è il tema a cui ultimamente il grande cinema sta dedicando attenzione, come in due film di recente produzione: Ella & John di Paolo Virzì e Le nostre anime di notte di Ritesh Batra.

Nel primo la senilità è raccontata con ironia, tenerezza e commozione, mentre nell’altro si affronta la tematica della solitudine senile con disincanto, senza pietismi o forzature drammatiche. Entrambi i film un tentativo di cambiare frame nella narrazione della vecchiaia, dando così una mano a liberarci dall’idea che sia impossibile “amarsi da grandi”. Ma vediamo questi due gioielli cinematografici da vicino.

Ella & John è tratto dal romanzo  In viaggio contromano di Michael Zadoorian. Helen Mirren e Donald Sutherland interpretano magnificamente i protagonisti, una coppia di anziani che decide di fare insieme un ultimo viaggio, di nascosto da tutti, e nonostante l’età avanzata e forse il decesso imminente continua a volersi bene. Un film che sa correre il rischio di sbagliare perché ci sono tutti gli elementi per scivolare nella solita melassa retorica traboccante di sentimentalismo a buon mercato. Il regista toscano ha saputo trasformare un’idea senile e sempliciotta in un film ambizioso e capace di raccontare con profondità i sentimenti.

In Virzì, infatti, come ha scritto qualcuno «non c’è niente su cui non si possa ridere e la commedia non è mai sinonimo di ridicolo, anzi ogni debolezza e ogni problema comico portano più empatia verso i personaggi, gli donano un’umanità fragile che li nobilita, avvicinandoli a noi invece di farne dei clown».

Come non essere affascinati da John?!Un professore di letteratura appassionato di Hemingway che ora sta perdendo la memoria ed è sempre più svagato e non autosufficiente, ma che riempie i suoi vuoti di memoria di ricordi, pagine di letteratura, che sa creare comunque un incredibile feeling con chiunque lo ascolti grazie alla sua mente così ampia, curiosa e imprevedibile. E da Ella, totalmente diversa da lui, leggera e nel contempo acuta, scattante nonostante l’età Determinata, amabilmente testarda, favolosamente impermeabile ad ogni regola perché con una tenacia commovente va dritta verso il suo obiettivo: portare questo marito di cui è ancora innamorata in un ultimo grande viaggio. E lo fa per sfuggire dalle apprensioni dei medici e dei figli, andando contromano appunto, ma mai contro-cuore,  tra mille difficoltà che tuttavia non la spaventano.

Uno splendido film questo sulla malattia, su cosa vuol dire amarsi ancora anche quando nella coppia di testa ne funziona solo una, ma i cuori sono ancora due a battere l’uno per l’altro con la straordinaria capacità di caricarsi quello che sta rallentando. Insomma si ride e si piange guardandolo, grazie alla bravura degli sceneggiatori che hanno saputo tradire il libro da cui la storia è tratta, come il cinema deve saper fare.

Dal viaggio intimo vissuto come fuga d’amore di Ella&John che tra ironia, tenerezza e commozione saprà affascinare la platea la mia attenzione è stata attirata da un’altra coppia monumentale del grande cinema: Jane Fonda e Robert Redford nei panni di Eddie e Louis in Le nostre anime di notte.

Entrambi vedovi da molto tempo, con i figli grandi che da anni non  vivono più con loro. Eddie si presenta una sera dopo cena a casa di Louis, facendogli una proposta: «ti a divenire a dormire con me qualche sera? Non per il sesso ma per parlare». I due in realtà, pur vivendo accanto di case da molti anni, non si sono mai frequentati personalmente, quello che uno sa dell’altro è esclusivamente quello che le voci di paese a raccontato negli anni. Così anche loro compiono un viaggio, anche qui l’iniziativa è femminile! Una storia semplice, come sono semplici le giornate di due anziani che hanno bisogno di qualcuno a cui la sera poter dire “Buonanotte, due solitudini in cerca di conforto e di tradizioni radicate; semplice nel racconto, semplice nella presentazione e nelle ambientazioni.

Tuttavia con due protagonisti di questo calibro ed esperienza – 79 anni l’una e 81 l’altro – qualsiasi contesto o personaggio rischierebbe di scomparire. Non con loro! Soprattutto nel caso di Redford, invecchiato in maniera invidiabile, dallo sguardo sempre potente, capace di esprimere tanto con un solo sguardo, capace come pochi di non imporsi, non sovrapporsi all’interpretazione. E Jane Fonda interpreta splendidamente questa donna che prende il coraggio a due mani  e riesce a rompere una routine, capace di riaprire una agenda dalle pagine incollate dal tempo (uno dei passaggi più belli di questo film ricco di dettagli), ma tutto trova sempre un equilibrio.

E come la critica ha già scritto: «Un Comfort Movie che ci lascia con la netta sensazione che in fondo non serva molto di più. Nessuna ‘Big News’, ma solo la possibilità di vivere la vita giorno dopo giorno potendo raccontarla, la sera, a qualcuno. Di godere della magnificenza dei panorami del Colorado o delle abitudini e degli amici della piccola Holt (come il pungente Dorian di uno splendido Bruce Dern) in cui tutto si svolge. Un Midwest archetipico, nel quale adagiarsi in attesa del colpo di scena finale, un twist leggero anch’esso, che si accetta con serenità. Un momento al quale si arriva lentamente, accompagnati e al fianco dei due ‘compagni di viaggio’ e che, con un tocco lieve, colpisce al cuore

 Ella&John e Le nostre anime di notte sono due film che non cambieranno la storia del cinema, ma diciamo rappresentano il tentativo genuino nella forma e onesto nei contenuti. Entrambi capaci di puntare dritto al cuore il primo con ironia e tenerezza, l’altro con dolcezza e assoluta purezza, mostrando tutta la bellezza e la semplicità di due vite ad un punto di svolta, senza scivolare nel consueto cliché narrativo: “non è mai troppo tardi“. E lo fanno entrambi attraverso degli autentici fuoriclasse (Helen Mirren- Donald Sutherland e Jane Fonda-Robert Redford) che, nonostante gli anni, riescono ancora a trasmettere il meglio di sé meglio con grande complicità, ed empatia coinvolgendo con eleganza e raffinatezza il pubblico nell’idea che  “Amarsi da grandi” è bello nonostante tutto e che invecchiare con grazia è possibile.

L’articolo è presente nel numero di marzo 2018 della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.