di Padre Luciano Lotti

Se tu e il tuo vicino di banco avete ricevuto la stessa eucarestia, state vivendo la comunione dei santi; non c’è bisogno di aspettare l’eternità, siamo diventati santi con il nostro battesimo, siamo tutti in comunione sin da allora, ogni sacramento che riceviamo, rinnova e accresce in noi quella grazia.

Vorrei ricordare una cosa, forse la più evidente, ma che spesso si dimentica: noi siamo santi, non abbiamo bisogno di aspettare la morte o tantomeno una canonizzazione per dirci questo. La fedeltà al vangelo e il nostro impegno nella preghiera non possono essere dettati dalla paura di andare all’inferno o di peccare, ma dal desiderio profondo di vivere e conservare questa santità; voglio dire che la tensione del cristiano non può concentrarsi solo nell’evitare il peccato, ma anche nel tendere al bene.

In ogni eucarestia viviamo la comunione dei santi perché attingiamo dal Cristo la forza per conservarci in grazia e soprattutto gli chiediamo di renderci partecipi delle sue virtù.

È inginocchiati davanti all’eucarestia che si tendono ponti, che si chiede l’intercessione, ma anche è proprio lì che si esprime il nostro affetto per le persone che ci hanno lasciato.

Il mese di novembre non è solo il mese in cui vogliamo pregare particolarmente per i nostri defunti, ma è l’occasione per rinnovare la nostra fede nell’eternità e la nostra speranza che tutte le persone che ci sono care siano in comunione con Gesù. E se qualcuno è in comunione con lui, diventa anche un potente intercessore. Credo che sia difficile immaginare quante preghiere fanno per noi le persone che ci sono care, per questo motivo il suffragio per i defunti diventa anche la nostra preghiera di affetto e di riconoscenza per ciascuno di loro.

L’articolo completo sarà pubblicato nel numero di Novembre de “La Casa Sollievo della Sofferenza – Organo ufficiale dei Gruppi di Preghiera