Leandro Cascavilla, vice direttore dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio e medico geriatra in Casa Sollievo della Sofferenza ricorda Padre Marciano Morra nel giorno del suo compleanno

Non è facile per me tratteggiare, in poche righe, la figura di Padre Marciano: tanti ricordi, immagini, emozioni si affastellano ed è complicato mettere un ordine. Non si sa da dove cominciare. E poi la commozione, il dolore della perdita soffocano le parole e confondono i pensieri, perché tutto si muove interiormente ed è difficile tradurre quello che si sente.

Lascia un grande vuoto. La sua presenza era rassicurante come quella di un padre su cui in qualsiasi momento si sa di poter contare per un consiglio, un dubbio, per confidare un disagio, per la soluzione di un problema.

 

Quando conobbi padre Marciano…

Quasi tutte le mattine la sua figura minuta, d’inverno ben imbottita, appariva sul Viale Cappuccini quando rientrava in Convento dopo aver celebrato la Messa nella cappella delle Suore di San Giuseppe e io mi recavo al lavoro in Ospedale. “Ecco Padre Marciano, è lì, è ancora con noi”, mi dicevo, e, come rasserenato, iniziavo la mia giornata.

Proprio nella cappella delle Suore di San Giuseppe avevo avuto modo di conoscere e frequentare Padre Marciano che celebrava la Messa alle sette del mattino. I miei genitori puntualmente vi partecipavano ed ogni tanto anche io. Prima di lui la celebrava Padre Gennaro Moccia, amico di mio padre e compagno di collegio. I miei avevano preso l’abitudine di frequentarla per aiutare Padre Gennaro affetto da grave deficit visivo.

Dopo la messa Padre Marciano e mio Padre erano soliti fermarsi a colazione. Era il momento del confronto, dello scambio di idee, del commento dei fatti del giorno, ma quasi sempre finivano per parlare di Padre Pio. Ascoltarli era un piacere, ma anche un arricchimento spirituale, umano e culturale. Di fronte, due uomini d’altri tempi: colti, rigorosi, ma anche piacevoli, entrambi con un raffinato senso dell’umorismo. Li univa una profonda conoscenza di Padre Pio, sia per aver studiato e scritto tanto su lui, sia per averlo direttamente frequentato in tempi e in circostanze diverse.

Mio padre era stato membro della commissione storica nel processo di beatificazione di Padre Pio, sotto la guida di Padre Gerardo di Flumeri, vice postulatore della causa, figura di elevatissima statura culturale, instancabile nel suo impegno volto a spianare il percorso che ha portato il suo amato confratello agli onori degli altari. Padre Marciano impegnato a testimoniare e divulgare la santità di Padre Pio attraverso la pubblicazione di libri e di scritti, la sua attività di predicatore e ultimamente anche attraverso Padre Pio TV di cui era ospite abituale. In passato si erano frequentati in occasione della realizzazione del monumento a Padre Pio di Pericle Fazzini, nella piazza centrale del paese, quando Padre Marciano era superiore del convento e rettore del santuario. In quello stesso anno ha avuto il grande privilegio di accogliere Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta: santi in terra di santi. Era il 1987.

Il legame con la mia famiglia è continuato anche dopo la morte di mio padre, con me, in particolare, perché, sempre più spesso, ha cominciato a consultarmi per i suoi problemi di salute che poi ho seguito fino alla fine.

 

Il rapporto con i Gruppi di Preghiera

 “Ti devo parlare, vieni a trovarmi” mi disse una mattina. Mi presentai da lui ed egli, pacatamente, fissandomi con i suoi vivaci e bellissimi occhi azzurri, cominciò a parlarmi. «Devo comunicarti una bella notizia. Ho pensato a te come vice direttore dei Gruppi di Preghiera, perché sei un laico, e puoi essere referente dei gruppi alla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, e poi perché sei un medico dipendente della Casa Sollievo. È di fondamentale importanza sottolineare che le due opere di San Pio sono inscindibilmente unite e dipendenti l’una dall’altra, perché l’una sostiene l’altra. Ecco perché la scelta di un vice direttore che fosse un laico e un medico. Monsignor Castoro ha valutato la proposta ed è d’accordo. Ti chiamerà per proporti la nomina».

Quando gli manifestai le mie perplessità e i miei timori perché mi sentivo impreparato e inadeguato, egli mi tranquillizzò subito: “Accetta, non preoccuparti perché dietro di te ci sarò sempre io”.

Così è iniziato il mio cammino con i Gruppi di Preghiera accanto a due persone straordinarie: Padre Marciano e Mons. Michele Castoro. Lavorare con loro è stato per me un grande dono e un grande privilegio: ha cambiato la mia vita. Padre Marciano era una fucina di iniziative, di proposte, di eventi, di incontri che Mons. Castoro sapeva accogliere e incoraggiare pesando tutto con saggezza e grande discernimento. Anni bellissimi di preghiera, di comunione, di convegni, di incontri, di viaggi in Italia e all’estero, sempre con la preziosa collaborazione del Centro Gruppi e dell’Ufficio di Comunicazione. Dovunque abbiamo trovato ad accoglierci Gruppi meravigliosi, numerosi e pieni di vita: una ricchezza per la Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa.

Nell’ultimo e indimenticabile incontro con l’arcivescovo, ormai alla fine, egli fissandomi con il suo sguardo sorridente mi salutò dicendo: “Abbiamo lavorato tanto per i Gruppi di Preghiera!”. Uscii dalla stanza in lacrime.

Padre Marciano era una persona intelligente, arguta, con una spiccata capacità di leggere i segni dei tempi, pronto sempre a rinnovarsi e rimettersi in discussione. Quando parlava del Concilio Vaticano II gli si illuminavano gli occhi. Ne aveva colto subito l’immensa portata lasciando che il vento del Concilio orientasse il suo ministero di sacerdote e di francescano cappuccino. Mi raccontava di come aveva cambiato l’impostazione delle missioni popolari, da lui tanto amate, che gli davano la possibilità di portare la parola di Dio a tanta gente in maniera nuova, più vicina alle situazioni di vita e alle realtà sociali che aveva di fronte. Sempre attento alle persone che sapeva scegliere, scrutare, guidare, educare.

Grande predicatore e abile comunicatore. Quando prendeva la parola Padre Marciano l’uditorio era come ipnotizzato. Amava raccontare aneddoti ed episodi della vita di San Pio, si soffermava su particolari, sapeva condire con sottile ironia, senza essere mai banale: era il suo modo di veicolare profondi contenuti in modo semplice, accattivante. Scrosci di applausi partivano alla fine di ogni suo intervento e subito una folla di gente si accalcava intorno a lui. Tante volte lo ammonivo: “Padre, non devi lasciarti toccare, stringere la mano, baciare: hai deboli difese immunitarie e potresti ammalarti!

 

Un nuovo Regolamento e la formazione continua per i Gruppi di Preghiera

Ha amato tanto i Gruppi di Preghiera come preziosa eredità ricevuta da Padre Pio. Aveva capito che bisognava curarli, guidarli, sostenerli, rinnovarli. Per questo ha cominciato a lavorare per redigere un regolamento che doveva integrare lo statuto dei Gruppi di Preghiera in vigore dal 1986. Dopo un intenso lavoro il Regolamento è stato approvato dalla Santa Sede il 7 febbraio 2012 e consegnato ai Gruppi dal Cardinale Bertone presente a San Giovanni Rotondo in occasione del decimo anniversario della canonizzazione di San Pio. Ispirandosi alla esortazione apostolica “Cristefideles laici” aveva individuato tre ambiti che dovevano caratterizzare l’impegno dei Gruppi: la preghiera, la famiglia, la società.

Un’altra sua bella intuizione è stata l’istituzione delle commissioni di studio a supporto dei Gruppi di Preghiera. Pensava ad una formazione continua su temi ed argomenti che riteneva fondamentali per la vita dei gruppi, da cui dovevano poi maturare iniziative e proposte concrete. Coinvolgendo un gruppo di laici e religiosi, scelti accuratamente, era riuscito a dare vita a ben sei commissioni di esperti, ridotte poi a quattro: famiglia, giovani, impegno sociale, spiritualità di San Pio e spiritualità francescana. L’iniziativa non è andata a buon fine per una serie di difficoltà, ma l’idea originaria era validissima.

 

Un oratore instancabile

Noi geriatri definiamo “invecchiamento di successo” quella condizione per cui gli anni e lo stato di salute non interferiscono con le attività e le prestazioni del soggetto anziano: è il caso di Padre Marciano che fino alla fine ha continuato a svolgere tutte le sue molteplici attività. Sempre giovane nello spirito, seguiva con interesse quanto succedeva nel mondo, mostrando particolare passione per le problematiche sociali e politiche che sapeva analizzare con perspicacia e competenza. Amava la vita, una vita che adesso continua in Paradiso, dove, siamo certi, come lui stesso desiderava, è stato introdotto dalla nostra Madre Celeste e da San Pio che lo hanno presentato al trono dell’Altissimo.

Di là, caro Padre, continua a pregare per noi, perché siamo degni di continuare a lavorare, su questa terra, per la vigna del Signore. Siamo convinti che lo farai e che ad ognuno di noi continuerai a ripetere le tue rassicuranti parole: “Non preoccuparti, dietro di te ci sarò sempre io”. Grazie Padre Marciano, ti abbiamo voluto e ti vogliamo un gran bene!