L’appello di Padre Franco Moscone ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio e a tutti i fedeli

A tutti i Gruppi di Preghiera chiedo d’inventare, nella fantasia della Carità, modalità per continuare l’esperienza della preghiera e della preghiera di intercessione. Perché questa quaresima di astinenza dagli abbracci ci renda uniti in un abbraccio di preghiera calda e fervente che commuove il cuore di Dio.

È stato lanciato al termine della Via Crucis di ieri sera l’accorato appello di Padre Franco ai Gruppi di Preghiera di San Pio che in tutta Italia si sono visti divisi e “rimandati” nei loro incontri di meditazione, negli incontri diocesani e in quelli regionali a causa di questa emergenza sanitaria. A tutti loro, nati per essere fari di luce e di speranza, Padre Franco si appella ancora una volta per la salvezza del mondo intero.


La Via Crucis meditata

La Via Crucis meditata è con gli scritti del Padre che viveva la quaresima come periodo di riflessione, penitenza e misericordia è stata seguita in diretta video da tantissimi fedeli; «Stiamo vivendo una quaresima diversa dal solito – ha esordito l’Arcivescovo nella sua riflessione – una quaresima segnata da vicende della storia che stanno cambiando le nostre abitudini e nostri modi di pensare –  proseguendo – la Fede ci assicura che non stiamo vivendo un tempo di giudizio di Dio, non è l’Apocalisse, ma anche oggi possiamo assistere alla salvezza misericordiosa, dono di Gesù, Salvatore del mondo, sempre e in tutte le situazioni».
Si è pregato ai piedi del crocifisso dinanzi al quale San Pio ricevette le stimmate il 20 settembre 1918 e la sua presenza ha voluto significare la dolcezza e la bellezza del Cristo crocifisso e risorto, Salvatore del mondo, sempre vivo e vicino a noi anche in questo momento tanto difficile.

Cristo incarnato nei cuori di tutti

La vicinanza di Padre Franco si è fatta viva maggiormente in tutti coloro che in un modo o nell’altro sono colpiti dal terribile virus, ma in ognuno di noi è visibile il volto incarnato di Cristo:

Lo contempliamo incarnato nelle persone colpite dal virus e in quelle che, per questo flagello, hanno lasciato questo mondo, feriti e caduti di una guerra giunta improvvisa senza essere stata dichiarata.
Lo contempliamo nelle famiglie dei defunti e dei malati, segnate negli affetti più cari e in apprensione, vittime inermi di un nemico giunto come un ladro a modificarne gli affetti e le relazioni.
Lo contempliamo in chi è costretto dall’esperienza della quarantena, esperienza quasi di carcere imposto, di arresti domiciliari, non per una colpa commessa, ma toccato da un avvenimento incomprensibile, magari per dovere professionale o gesto di carità.
Lo contempliamo nei medici di famiglia e operatori del primo soccorso in trincea, con poche sicurezze e a volte senza mezzi per combattere un nemico invisibile.
Lo contempliamo nei medici, infermieri, operatori sanitari e lavoratori tutti dei presidi ospedalieri diventati campi di battaglia senza orari, turni e con forze che sembrano diminuire, sempre sotto le sirene di allarmi.
Lo contempliamo nei dimenticati, anziani e persone che vivono soli, mendicanti, clochard, homeless, tutte categorie rimaste come escluse dai circoli relazionali da cui già erano in difetto e labili nei loro confronti.
Lo contempliamo negli ultimi che non appaiono neppure più nell’informazione giornalistica e televisiva, mentre prima ne riempivano il palinsesto: gli emigranti, i rifugiati, chi rischia la vita attraversando con i barconi il nostro mare, tutti questi continuano ad esistere come prima e continuano il loro calvario e la loro fuga dalla morte.
Lo contempliamo nel cuore di ognuno di noi.

Gesù fa che torniamo a guardare l’altro come persona che mi contagia del tuo amore

Nel corso della sua riflessione, Padre Franco ha pregato con le parole che dichiara scritte da un amico.
È una preghiera di speranza che ci avvicina a Dio e al prossimo.

Ho un grande desiderio di pregare,
il cuore mi detta le parole che compongono la mendicanza della sua misericordia,
Gesù, tu che ami il destino di tutti noi che viviamo il dramma del coronavirus,
vieni a liberarci dalla sua virulenza.
Il tuo Padre Creatore ci ha fatti per volerci bene
così che stare vicini sia farsi compagnia dentro le vicende della vita
Ora dell’altro si ha paura o si sospetta che possa portare il contagio
e uno stravolgimento dei rapporti.
Ti prego Gesù riporta alla natura delle cose
fa che torniamo a guardare l’altro come persona che mi contagia del tuo amore.
Gesù fa a tutti noi compagnia
affinché viviamo questi giorni di epidemia come occasione per fare esperienza del tuo amore
che ci libera dal male e ci dona la comunione in cui abbracciare l’altro per quello che è
e intercettare nel suo sguardo la tua tenerezza.
Amen