Medàn: il mantello dell’amicizia

La casa anziani di Medàn

15 ottobre. Sveglia all’alba e aereo per Medàn, passiamo dall’isola di Giava a quella di Sumatra. Il panorama cambia: grandi risaie e sterminate piantagioni di palma. Ad accoglierci il promotore di questo viaggio, padre Paulinus. Un frate intraprendente, dalle mille iniziative, con lo sguardo di un bambino; la sua delicatezza e semplicità non rendono merito all’inventiva e alle capacità pastorali e organizzative del personaggio. Qui a Medàn i frati cappuccini sono presenti nella fraternità di Emmaus, dove c’è una casa di formazione, mentre la chiesa del convento è dedicata a San Pio ed è la prima parrocchia dell’Indonesia in Suo onore. Ci sono poi altre due realtà la parrocchia di San Pietro e quella di Sant’Antonio dove sono presenti con altre due fraternità i frati cappuccini.

All’arrivo padre Paulinus ci porta in quello che è il suo gioiello: una splendida e moderna casa per anziani dove ci sono più di cento ospiti. Li incontriamo mentre stanno facendo ginnastica, tutti seduti nelle sedie a rotelle, con gli infermieri che li aiutano a seguire un video che li coinvolge in movimenti per stimolare le articolazioni.

Padre Paulinus è parroco a San Pietro dove nel pomeriggio inizia la celebrazione: rosario, messa, venerazione della reliquia di Padre Pio. È presente il ministro provinciale al quale consegno ufficialmente la reliquia, che è una pezzuola con il sangue di Padre Pio e che gli è stata donata dal nostro ministro provinciale, fr. Maurizio Placentino.

Padre Gabriele, il mio fedele angelo-traduttore (siamo in pieno stile Padre Pio), mi traduce le parole di riconoscenza di questi confratelli, ma il loro sguardo commosso dice più di mille parole. Il concorso di popolo è straordinario, le persone qui hanno una venerazione particolare per Padre Pio.

La visita alla Moschea

La serata in fraternità con i confratelli e la loro simpatia ci fanno superare tutti i limiti della lingua e ogni tipo di distanza. Ci sono diversi frati che hanno studiato in Italia e che comprendono e parlano correttamente la nostra lingua.

Il giorno dopo un po’ di turismo: con noi sono venute una trentina di persone del Gruppo di Preghiera di Jakarta, con loro abbiamo visitato la cattedrale, l’importante centro cattolico di formazione e la grande moschea.

Nel pomeriggio la cerimonia nella parrocchia dedicata a san Pio mi commuove particolarmente. Alla fine io e padre Nicola veniamo chiamati al centro dell’altare. Il nostro fido interprete, padre Gabriele, ci spiega che c’è un’usanza che viene dalle antiche tribù indonesiane. Quando una persona si è resa benemerita nei confronti della comunità, gli viene dato il “mantello dell’amicizia” – ulasc in Indonesiamo –. Il ministro provinciale prende questi mantelli, ci ricopre e ci abbraccia. Vi assicuro che non c’è nulla di formale in quei gesti, veramente in questo momento ho benedetto san Francesco: siamo lontani, due mondi differenti, ma siamo fratelli tra i fratelli.

La testimonianza di Padre Luciano raccontata ai devoti Indonesiani grazie al prezioso aiuto di Padre Gabriele, un passionista italiano, in Indonesia da quarant’anni