«Imparare a seguire una catechesi sul cellulare è una scelta che nasce dalla voglia di vivere la fede con i nostri fratelli e con le nostre sorelle più lontani»

di Padre Luciano Lotti

«Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». (Mt 18,20)

Il XX secolo è stato caratterizzato da una riforma liturgica che si è andata concretizzando gradualmente ed è sfociata nella Sacrum Concilium del Concilio Vaticano II e nella riforma di molti riti della nostra liturgia, tra cui quello della Santa Messa. Possiamo senz’altro affermare, però, che uno dei cardini del rinnovamento liturgico del secolo appena concluso è stato l’impegno a vivere maggiormente la partecipazione comunitaria alla liturgia e alla preghiera. L’introduzione dei testi liturgici nei linguaggi nazionali e una maggiore attenzione al ruolo dell’assemblea hanno dato un particolare accento alla partecipazione attiva di tutta la comunità alle varie celebrazioni.

Tutto questo ha fatto riscoprire in tanti fedeli l’importanza della preghiera in comune. Occorre precisare che, ovviamente, la coralità delle nostre preghiere e delle nostre celebrazioni appartiene al patrimonio storico e spirituale della Chiesa: pensiamo ai tanti riti che hanno accompagnato le devozioni dei fedeli lungo i secoli, come ad esempio le processioni, le quarant’ore o le funzioni della settimana santa. Ma possiamo anche considerare l’importanza della preghiera corale data alla vita dei consacrati e delle consacrate, come ancora a tanti altri momenti liturgici e devozionali della nostra storia.

Non possiamo negare, però, che si era insinuata (e forse è ancora presente in molti credenti) una sorta di intimità spirituale che spingeva a pregare tanto, ma per conto proprio, senza sentire veramente l’esigenza di una preghiera comunitaria o limitandola a determinati momenti.

Intanto, però, lo Spirito Santo che accompagna sempre la vita della Chiesa, ha suscitato molte spiritualità (pensiamo ai Focolarini, ad esempio) che hanno fatto della preghiera comune tra i laici, un elemento fondante della loro vita.

Proprio in questa ventata di novità portata dallo Spirito Santo va vista la nascita dei Gruppi di Preghiera, voluti da Padre Pio, proprio perché i suoi figli potessero trovarsi insieme a pregare e a condividere il proprio cammino di fede.

Finora ho scritto delle cose abbastanza scontate, ma era necessario ricordarci di tutto questo in un momento così difficile e delicato come quello che stiamo vivendo. Le misure prudenziali e il distanziamento se, per un verso, sono indispensabili e non possiamo in nessun modo derogarle, per l’altro creano il problema dell’isolamento, soprattutto tra i soggetti più a rischio.

Devo dire che i nostri Gruppi, pur nel rispetto delle regole, stanno cercando di riunirsi e spesso in modo encomiabile, perché le difficoltà organizzative sono tante. Ma dobbiamo imparare qualcosa di più e Padre Pio in questo ci è maestro. A Pietrelcina, negli anni della sua permanenza da giovane, era veramente relegato e isolato dai frati e lontano dalle figlie spirituali; tra l’altro tra il 1915 e il 1918 quando è cominciata la sua direzione spirituale, la guerra aveva reso ancor più difficili i collegamenti.

Se però leggiamo le sue lettere, molto spesso chiedeva preghiere e le assicurava agli altri, creando dei veri e propri monasteri invisibili, che non solo anticiparono di fatto i Gruppi di Preghiera, ma che costituivano una vicinanza e una vera e propria preghiera comunitaria anche se a distanza. A disposizione di Padre Pio e delle figlie spirituali c’era solo la corrispondenza epistolare, che lui usava con abbondanza e con una frequenza che lascia meravigliati.

Nei tristi anni della sua segregazione (1931-1933) il legame con i suoi figli e le sue figlie spirituali non si è mai interrotto, ha continuato a farsi presente nel cuore di tutti attraverso un’unione di preghiera che a volte è stata accompagnata anche da episodi straordinari.

Sopra ogni cosa c’era il desiderio, direi proprio la scelta, di vivere la sua preghiera in comunione con gli altri. Ed è proprio questa caratteristica che dobbiamo riscoprire, ciascuno di noi, come scelta personale e inderogabile: dobbiamo sentire il bisogno di presentarci davanti al Signore incrociando insieme le nostre mani verso il cielo.

Oggi, fortunatamente, abbiamo molto più che delle lettere da scrivere: le varie televisioni religiose ci offrono tanti appuntamenti durante la giornata, fatti apposta per aiutarci a pregare insieme; come Centro Gruppi stiamo cercando di produrre ogni mese le catechesi, come già avvenuto durante il lockdown. Ma poi ci sono anche altri strumenti che ormai conoscete bene, nonostante i nipotini vi prendano in giro perché siete un po’ “antichi”, come dicono anche a me. Ma noi non ci lasciamo vincere da queste cose: imparare a seguire una catechesi sul cellulare non è un vezzo, ma deve diventare una scelta che non nasce dalla voglia di non sentirsi soli, bensì dalla scelta di vivere la fede con i nostri fratelli e con le nostre sorelle.

Lascio alla vostra fantasia e alle capacità dei responsabili e degli animatori dei vari Gruppi l’impegno di trovare le soluzioni migliori; l’importante è non disperderci, non tradire il desiderio di Padre Pio che la nostra sia sempre e comunque una preghiera comunitaria, perché «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». (Mt 18,20)

 

Le catechesi curate da Padre Luciano Lotti sono disponibili su:
Sito ufficiale dei Gruppi di Preghiera nella sezione PREGHIERE E TESTI
Sul canale Youtube raccolte nella playlist ALLA SCUOLA DI PADRE PIO

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