Ha riscosso un grande successo il Primo Convegno Nazionale dei Gruppi di Preghiera della Svizzera.

Pubblichiamo qui di seguito la relazione di Maria Grazia Centra responsabile del settore estero presso il Centro Internazionale dei Gruppi di Preghiera di San Giovanni Rotondo

 

I Gruppi di Preghiera di San Pio nel mondo e la Casa Sollievo della Sofferenza.

Primo Convegno della Svizzera, Bellinzona 26-27 e 28 aprile 2017

Cari amici dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio della Svizzera, finalmente è arrivato il grande giorno! I sacrifici, le delusioni, gli sforzi di tutti voi sono stati premiati.

A voi tutti esprimo la mia gioia per essere qui con voi a vivere un’intensa giornata di preghiera, una preghiera “feconda” che porti frutto come ha sottolineato chiaramente Papa Francesco nelle parole che ha rivolto a tutti noi, il 6 Febbraio 2016 in piazza San Pietro, in occasione dell’Anno della Misericordia, additando il nostro caro Fondatore a esempio per tutta la Chiesa come “servitore della misericordia e apostolo della preghiera”.

Questo stare insieme, sono certa, rinsalderà sempre più il senso di appartenenza alla grande famiglia dei gruppi di preghiera di Padre Pio, sparsi nel mondo intero.

La preghiera, la migliore arma che abbiamo

La preghiera come diceva il nostro amato Padre è la migliore arma che abbiamo, è la chiave che apre il cuore di Dio. È una chiave facile perché il cuore di Dio non è “blindato” con tanti mezzi di sicurezza. Ognuno di noi può aprirlo con una chiave comune, con la preghiera perché Dio ha un cuore d’amore, un cuore di Padre.

Papa Francesco ancora ha chiamato noi Gruppi di Preghiera di Padre Pio “centrali di Misericordia”, centrali sempre aperte e attive che con la potenza umile della preghiera provvedano la luce di Dio al mondo e l’energia dell’amore alla Chiesa.

Padre Pio che si definiva solo “un povero frate che prega” scrisse che la preghiera è il più alto apostolato che un’anima possa esercitare nella Chiesa di Dio (cfr Ep. II, p70). 

La preghiera informa la vita, dà un colore diverso e una direzione nuova a tutto ciò che facciamo, alle nostre relazioni, alle nostre parole, ai nostri gesti.

La preghiera è l’aprirsi all’azione dello Spirito che ci trasforma da carbone in diamante e questo perché ci facciamo lentamente capaci di lasciarci attraversare dalla luce, capacità appunto del diamante, negato al carbone.

Dio trasforma. Come mutò l’acqua in vino alle nozze di Cana, potrà trasformare anche la torba in diamante, il cuore di pietra in cuore di carne. Solo nella preghiera Cristo può raggiungerci e manifestare la sua volontà. Cristo attende, desidera la nostra preghiera. Perciò, durante la preghiera presentiamoci a Cristo nell’atteggiamento del peccatore cosciente della propria miseria, a capo chino, battendoci il petto, con la fronte coperta di polvere, ma nello stesso tempo con la certezza di essere accolti e perdonati da Cristo, a motivo della sua compassione, della predilezione che Egli ha per i più deboli e della gioia che prova ogni volta che noi peccatori, ritorniamo a Lui.

È nella notte più profonda che impariamo a riconoscere il vero volto di Dio, è nella fatica del vivere che va definendosi chi è Dio per noi.

Da qualche parte ho letto: gli occhi verso il cielo e io aggiungo le mani tese verso i fratelli che hanno più bisogno, così come ci ha insegnato Padre Pio e ci ha lasciato come eredità spirituale.

La Casa Sollievo della Sofferenza e Guglielmo Sanguinetti

Ho voluto di proposito iniziare questo mio modesto e breve intervento con il richiamo di Papa Francesco a noi Gruppi di Preghiera per parlare dello stretto legame che intercorre tra i Gruppi e l’Opera del Padre, la Casa Sollievo della Sofferenza, questa opera della Carità e della Provvidenza, canto d’amore e di speranza.

Il giorno della inaugurazione, il 5 maggio 1956, sul pronao della Clinica, Padre Pio così diceva ai presenti: «Questa è la creatura che la Provvidenza aiutata da voi ha creato. Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio. Oggi è stato deposto sulla terra un seme che Egli riscalderà con i suoi raggi d’amore. Quest’Opera che voi oggi vedete è all’inizio della sua vita, ma per poter crescere e diventare adulta questa creatura ha bisogno di alimentarsi e perciò essa si raccomanda ancora alla vostra generosità perché cresca e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche».

Alla preghiera orante ed operante il Padre ha affidato la sua opera terrena, la Casa Sollievo della Sofferenza.

Il compianto Dott. Guglielmo Sanguinetti, amico e fedele collaboratore , il chiamato della “prima ora”, innamorato dell’Ospedale ne parlava con amore. Casa Sollievo della Sofferenza quattro parole che hanno raggiunto i più lontani confini del mondo, che hanno già fatto fremere di commozione e di speranza gli uomini più vicini e più lontani. Le parole sante infatti non conoscono spazi, non conoscono distanze, non conoscono differenze di razza e di linguaggi, sono sgorgate dalla purezza di un cuore e volano attraverso gli spazi sulle ali irreversibili ed eterne dell’Amore che le ha dettate. Aggiungo: solo un pazzo d’Amore per Dio e per il prossimo poteva pensare e realizzare una Clinica così grande e bella, lui diceva che se avesse potuto, l’avrebbe fatta d’oro.

Padre Pio disse: «è la preghiera la forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la “Casa”, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza».

I Gruppi di Preghiera della Svizzera

Cari Gruppi di Preghiera di San Pio che operate in Svizzera sin dalle origini, sin dalla nascita, dalla costituzione dei primi gruppi, da quando appunto il Padre fece suo l’appello di Papa Pio XII a pregare insieme per la Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa (sono gli anni in cui si era appena concluso il secondo conflitto mondiale), con voi vorrei ricordare la bella figura di Maria Grassi.

Maria donna instancabile che ha dato vita al primo conto corrente postale di Bellinzona che inviava periodicamente, ogni quindici giorni elenchi lunghissimi di abbonamenti al nascente bollettino di Casa Sollievo della Sofferenza.

Mi piace sottolineare che da sempre i gruppi svizzeri hanno aiutato con la preghiera e con la generosità concreta che vi contraddistingue, la clinica di Padre Pio (le prime cucine dell’ospedale erano di marca svizzera “Miele”, mia madre me lo diceva sempre).

Due fiammelle e un cuore rosso vivo: Casa Sollievo della Sofferenza

Non posso ultimare questa relazione senza spendere due parole sul simbolo o logo che appare in ogni ambiente legato alla Casa Sollievo e cioè un cuore rosso vivo, acceso, dal quale sono nate due fiammelle che non si spegneranno mai: una rappresenta la parte spirituale, i Gruppi di Preghiera, e l’altra la parte terrena e cioè l’Ospedale, la Casa Sollievo della Sofferenza. Essi vivono in simbiosi e si alimentano a vicenda.

Perciò cari amici non arrestiamo il passo, andiamo avanti, senza scoraggiarvi, anche se conosco bene i vostri sacrifici, le vostre delusioni, le vostre difficoltà.
Continuiamo a pregare e a sostenere questa Opera perché con l’aiuto della Divina Provvidenza si sforzi di realizzare il progetto iniziato dal caro Padre per curare l’uomo malato con strumenti all’avanguardia, perché la sua Clinica, la pupilla dei suoi occhi diventi sempre più nel mondo testimonianza dell’Amore di Dio sulla terra. E allora Signore, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli, donaci di stare insieme per fare compagnia al mondo come cristiani veri capaci cioè di discernere i valori, di motivare la vita, di progettare l’esistenza, di confrontarsi con le creature, di denunciare i meccanismi perversi del mondo di oggi, di collaborare nella costruzione della società, di stare veramente dalla parte degli ultimi, dei sofferenti, dei bisognosi. Donaci di “essere tutti come il buon samaritano” che si ferma accanto alla sofferenza del fratello chiunque esso sia; donaci di commuoverci di fronte alla malattia del fratello e di esprimere la nostra di compassione sollecitando gesti concreti di solidarietà. Donaci di accendere in noi gruppi di preghiera di Padre Pio una “nuova fantasia della carità” che si dispiega non tanto e solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma anche nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come un obolo umiliante, ma come fraterna condivisione. Facciamo in modo che la preghiera diventi per ogni aderente ai gruppi di preghiera di Padre Pio il pane e la vita dell’anima, il respiro del cuore , un incontro raccolto e prolungato con Dio. La preghiera, diceva il Santo Curato d’Ars, è un’anticipazione del cielo, un’emanazione del paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. È un miele che scende nell’anima e addolcisce tutto. Davanti ad una preghiera ben fatta i dispiaceri si sciolgono come neve al sole. La preghiera è una rugiada odorosa: bisogna però pregare con cuore puro per sentirne il profumo.

Il Buon Dio vi ricompensi e San Pio vi colmi di grazie e di benedizioni.