Catechesi del mese di Novembre

La catechesi curata da Padre Luciano Lotti per il mese di novembre 2020 parte con questo interrogativo…

 Cosa vuol dire essere missionari in questa società che sembra non voler appartenere a Dio?

Annunciare il Vangelo e invitare alla conversione sono espressioni che ritornano spesso e tutti siamo convinti della loro importanza. Purtroppo costatiamo quotidianamente come il compito non sia facile e alla portata di tutti, perché ci troviamo di fronte ad una società secolarizzata, che ha ideali e principi etici non in sintonia con i valori evangelici. A tutto ciò dobbiamo aggiungere che molto spesso è presente nel cuore delle persone un desiderio di Dio, ma l’idea di una religione organizzata e strutturata come il cristianesimo, con la sua storia ricca di meriti, ma anche segnata da tanta umanità, appare più come un ostacolo anziché un aiuto alla fede.

…e ci lascia poi con una piccola proposta concreta volta a coinvolgere i fratelli più lontani nella vita missionaria della chiesa.

Uomini e donne missionari

Possiamo leggere l’episodio del vitello d’oro e il peccato del popolo nel deserto, in analogia con tanti peccati che caratterizzano la vita dell’uomo di ogni tempo: non vedo i risultati, cerco i miei risultati da solo; non mi piace attendere, prendo tutto e subito. In questo modo il popolo – dopo aver chiesto a Mosè di rappresentarlo davanti a Dio – rifiuta quel cammino di fede, di ricerca e di silenzio che il patriarca ha iniziato sul monte. Certamente non si può ridurre il peccato a una semplice mancanza di fede, ci sono delle componenti umane, emotive, ci sono delle circostanze fuorvianti, il tutto può portare ad annebbiare la propria vista, un po’ come fa Aronne, che si fida più del popolo che gli è vicino, anziché di Mosè che è lontano, sul monte. Nemmeno si può ridurre l’impegno missionario dei cristiani alla condanna dei singoli peccati. Occorre annunciare nuovamente il regno di Dio: essere portatori di speranza in questa società che vuol fare a meno di Dio, non vuol dire alzare la voce per condannarla, ma renderla coscienza che ha bisogno di Cristo e dell’avvento del suo regno: «Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!» (Giovanni Paolo II)

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