Skip to main content

Padre Pio ai suoi figli

Il Fondatore


 

Padre Pio ai suoi figli

Sia benedetto il Signore. L'Opera che l’anno scorso avete visto all'inizio della sua vita, oggi compie il suo primo anno.

La Casa Sollievo della Sofferenza ha già aperto le sue braccia a varie migliaia di corpi e di spiriti infermi, facendo beneficiare della vostra carità tutti indistintamente i suoi ricoverati, dai più dotati ai meno abbienti, somministrando a tutti, in misura generosa, i mezzi dei quali è stata da voi dotata.

Dio ha riscaldato con i suoi raggi d'amore il seme deposto. Dal suo nascere ad oggi, l'Opera, per avere il suo assetto giuridico, ha dovuto chiedere delle prestazioni alla carità di persone generose, alle quali esprimo qui tutta la mia riconoscenza. Oggi, per disposizione del Santo Padre, l'Opera ha la sua autonomia. L'Augusto Pontefice, con munificenza provvida e sollecita, ha disposto sovranamente che essa abbia un assetto giuridico corrispondente agli scopi che vi presiedono.

Il Santo Padre ha concesso che essa abbia una nuova sistemazione del suo patrimonio immobiliare e che i suoi beni siano dati in uso alla Congregazione del Terz'Ordine Francescano di Santa Maria delle Grazie, perché ne possa assumere la gestione. Nella Casa Sollievo della Sofferenza si è pregato sempre assiduamente per l'Augusta Persona del Vicario di Cristo. Oggi, con quest'atto sovrano, la Casa Sollievo è impegnata da doveri di singolare riconoscenza per Pio XII, che ne ha segnato i primi atti di vita.

Da oggi riprendiamo la seconda tappa del cammino da compiere.

Il cammino da compiere è questo: l'Opera si raccomanda ancora alla vostra generosità perché divenga una città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche.

La Casa dovrà aumentare il numero dei suoi letti. Ad essa dovranno aggiungersi due case, una per donne e una per uomini, dove gli spiriti e i corpi affaticati e stanchi vengano al Signore e ne abbiano da Lui sollievo.

Un Centro di studi intercontinentale dovrà coadiuvare i sanitari a perfezionare la loro

cultura professionale e la loro formazione cristiana.

Dobbiamo completare la sistemazione di quest'Opera perché essa diventi tempio di preghiera e di scienza, dove il genere umano si ritrovi in Gesù Crocifisso come un solo ovile sotto un solo pastore.

I figli dell'Opera, che in ogni parte del mondo si riuniscono a pregare in comune, secondo lo spirito del Serafico Padre san Francesco e secondo le direttive e le intenzioni del Papa, dovranno trovare qui la casa comune dei loro gruppi di preghiera; i sacerdoti troveranno qui un cenacolo per loro; gli uomini, le donne, le religiose troveranno qui delle case per curare ancor più la loro formazione spirituale e la loro ascesa a Dio, perché nella fede, nel distacco, nella dedizione vivano l'amore di Dio, consumazione della perfezione cristiana.

L'amore è l'attuazione e la comunicazione della vita sovrabbondante che Gesù dichiarò di essere venuto a dare. Ascoltiamo l'invito di Lui: “Siccome il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore”. Gesù affianca all'attività di Maestro divino l'attività di medico risanatore. Egli è l'autore della vita, che, morto una volta, regna vivo.

Quest'Opera, se fosse solo sollievo dei corpi, sarebbe solo costituzione di una clinica modello, fatta con i mezzi della vostra carità,  straordinariamente generosa. Ma essa è stimolata e incalzata ad essere richiamo operante all'amore di Dio, mediante il richiamo della carità.

Il sofferente deve vivere in essa l'amore di Dio per mezzo della saggia accettazione dei suoi dolori, della serena meditazione del suo destino a Lui. In essa l'amore a Dio dovrà corroborarsi nello spirito del malato, mediante l'amore a Gesù Crocifisso, che emanerà da coloro che assistono l'infermità del suo corpo e del suo spirito.

Qui, ricoverati, medici, sacerdoti saranno riserve di amore, che tanto più sarà abbondante in uno, tanto più si comunicherà agli altri.

I sacerdoti e i medici, vincolati alloro esercizio di carità verso i corpi infermi, sentiranno lo stimolo cocente di rimanere anch'essi nell'amore di Dio, perché, essi e i loro assistiti, abbiano tutti un'unica dimora in Lui, che è Luce e Amore.

Tutto il genere umano possa sentirsi chiamato a collaborare a questo apostolato tra l'umanità sofferente e che tutti secondino lo stimolo dello Spirito: essi avranno da Gesù la gloria che il Padre dette a Lui, e saranno in Lui una sol cosa: “Io in loro e Tu in Me, affinché la loro unità sia perfetta e il mondo riconosca che Tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato Me”.

Maria Santissima delle Grazie, che è la Regina alla quale ogni giorno e più volte al giorno manifestiamo il nostro amore e alla quale chiediamo assistenza materna, regni sempre sovrana nella città che sorgerà intorno al Suo Tempio, e assista voi tutti.

La Madonna scaldi l'amore dei figli verso il Vicario di Gesù Cristo in terra, e un giorno ci mostri Gesù nello splendore della Sua Gloria.

 


I Discorsi